Aprile 23, 2022
In
Il giorno in cui il denaro scompare
Preludio
Il giorno in cui i soldi scompaiono, questa frase è emersa durante una discussione collettiva, nei pressi di un rifugio, in mezzo alla campagna innevata, di notte, avvolti in coperte, riscaldandosi intorno a un fuoco,
Il giorno dopo avremmo fatto sparire il denaro.
Il giorno dopo, addentrandoci nelle alte montagne, i nostri passi hanno raggiunto un lago ghiacciato: sotto la neve, ghiaccio, sotto il ghiaccio, acqua.
Posizionandosi all’avanguardia, esplorando, assicurando il terreno, interrogandoci sia metaforicamente che letteralmente, sulla questione della soppressione del capitale che struttura le nostre società e le nostre relazioni umane.
Come un atto rituale, un’espiazione simbolica incarnata in un sistema alla fine della sua vita, alla fine della natura, ci prepariamo con gioia al giorno in cui il denaro scomparirà.
Questa passeggiata nella natura non è stata la prima: la mostra Azimuth dell’anno scorso ci aveva già portato in un’altra valle di montagna.
Ancora una volta, con le ciaspole ai piedi e 15 kg di oro nordico sulle spalle, siamo ripartiti. Questa volta la spedizioneèmotivata da: Sotto il ghiaccio, l’acqua,unamostra in produzione presso la Caisse d‘Épargnedi Nizza Masséna. Un’esposizione in banca? Strano dici…
Certamente, ed è per questo che Palam si è trovato di fronte a una scelta difficile quando gli è stato offerto questo posto. Ce n’è un po’riconoscimento come gruppo indipendente.contributo allo sviluppo dell‘Unione Europea.è un’istituzione culturale locale, ilÈ un modo peraccedere a un budget di produzione, a una visibilità centrale nella vita dell’area circostante e a un modo per raggiungere un pubblico diverso da quello delchesi incontrano più spesso nel mainstream dell’arte contemporanea. E dall’altra parte, un luogo difficile, non adatto all’esposizione, segnato dalla carica simbolica di una banca e dai valoricheesporre alsuointerno comporta.
Ma, ci è stato detto, nonesisteuno spazio neutro. Un’istituzione, un museo, una galleria : stesso combattimento?
L’arte dovrebbe ignorare le condizioni di esposizione o, al contrario, attribuire importanza alla loro messa in discussione?
Abbiamo quindi scelto di accettare,con l’obiettivo di mettere profondamente in discussione questo quadro in cui nasce la mostra.
Palam ha dimostrato più volte in passato la sua sensibilità alla causa ecologica, che, lungi dall’essere una pomposità, è legata al DNA della collettività. Per evitare che sia relegata a un ruolo secondario, abbiamo dovuto interrogarci su ciò che una banca ha realmente achefare con l’ecologia nelle sue operazioni ordinarie.
È sufficiente sovvenzionare artisti che parlano di ecologia per diventare un’istituzione ecologica? Soprattutto quando, inoltre, sovvenziona molto di più i combustibili fossili?
Avevamo carta bianca per questa mostra. E non possiamo che ringraziare la banca per questa libertà concessa. Senza di lei, la protesta non avrebbe potuto aver luogo.
Abbiamo, in questo contesto, l’assurda idea che esista un legame tra banche e capitalismo, un rapporto di causa ed effetto tra capitalismo ed emergenza ecologico-sociale. Abbiamo deciso di utilizzare il capitale della banca come materiale plastico e la sua distruzione letterale e simbolica come mezzo di espressione artistica.
Al primo meeting Palam della fiera sono emerse subito due domande:
Non volevamo decorare una sala d’attesa e non volevamo mettere in discussione l’ecologia di queste pareti. Sorge quindi una semplice domanda: “Comepossiamofuggire da questo luogo? “.
Attraverso i nostri progetti precedenti, ci siamo distinti con le passeggiate in montagna. Questa volta si è imposta l’idea di portare il visitatore fuori dalla banca e persino dalla città.
Il nostro secondo pensiero:quale sarebbe il modo più ecologico di utilizzare il budget?
La “decrescita” in mente… allusioni all'”impronta di carbonio”… “la circolazione del denaro, tutto questo…”. Abbiamo concluso che la distruzione del denaro è forse l’atto ecologicamente più potente. Abbiamo finalmente portato a conclusione il dibattito?
Sembrava che stessimo seguendo un percorso critico. L’autocensura ci spinge a minimizzare le parole.
Decrescita, anticapitalismo in banca: previsto? Facile ? Necessario? Cercheremo di essere pertinenti.
Nel complesso, il brainstorming è stato lanciato,non tutto può essere rivelato qui. Quello che potete ricordare è che all’inizio di gennaio abbiamo fattounapasseggiata nel cuore del Mercantour per nascondere un segreto. La mostra Sotto il ghiaccio, l’acqua trasmette indizi, come una caccia al tesoro. Portando il visitatore fuori dallo spazio ristretto della banca e dalla saturazione urbana.
Lungi dal cercare un semplice oggetto, la ricerca è quella di capire la sua natura, di comprendere il significato di questo atto, le domande indotte tanto poetiche quanto politiche.
Nel rifugio faceva freddo, la camerata non era riscaldata, 2 metri di neve sul tetto ci proteggevano un po’ dal gelo notturno, 6 coperte per alcuni, un piumino Northface resistente a -40 per gli altri, la notte è stata difficile, si posso immaginare.
L’arte è come un esperimento sociale, che ha lo scopo di liberare, aprire le strade che l’umanità sarà in grado di percorrere. All’avanguardia, il nostro gruppo cerca, assicura, esplora il terreno dell’incontro tra natura, collettività e società post-capitalista.
Per ora vi lasciamo qui, ma torneremo presto con il resto del testo e forse con altri indizi.